Giusto
la notte che precede la giornata più ingolfata dell’anno.
Giusto
quando hai intorno a te il deserto dei Tartari, niente baby sitter, tate,
amiche, nonni, parenti entro il quindicesimo grado che possano darti una mano.
Ore
4.00, minuto più, minuto meno: Principessa con 39 di febbre.
Realizzi
che la mattina dopo non potrai andare al lavoro e dovrai forse imprecare in
giapponese per riuscire a rinviare, delegare, spostare tutto ciò che avevi
programmato.
Beh,
grandissima invenzione cellulare, mail e pc portatile, si può lavorare da casa.
Anzi,
no, si fa remote-working che fa più chic.
In
realtà giri per casa con la febbricitante attaccata, incollata, spalmata
addosso che non ti molla neppure per un secondo e nel frattempo cerchi di
darti un tono professionale per rinviare quello che avresti dovuto fare.
“Amore
due minuti e la mamma ha finito”.
E
intanto finisce il Lago dei cigni.
“Amore
lo guardi ancora? La mamma fra due minuti ha finito”.
E il
Lago dei cigni finisce ancora.
“Tesoro
due minuti…” e poi vedi quei due occhioni che ti implorano “dai la mamma
finisce dopo”.
E si
entra nel vortice…principesse, ballerine, collane, Lago dei cigni, smalto,
Indovina chi, principesse, ballerine, collane, Lago dei cigni, smalto, Indovina
chi…