giovedì 10 ottobre 2013

Ballerine di ieri e di domani

Se qualcuno mi chiede quale sia il ricordo più bello dei miei anni da ballerina, da quando in prima elementare ho indossato le mie prime mezze punte alla sera del mio passo d’addio, beh, senza ombra di dubbio, è il profumo del palcoscenico.
Il profumo delle punte nuove e del cuoio delle suolette, il profumo che si respirava dietro le quinte.
Ho sempre amato la danza classica e ho sempre sognato che un giorno, se mai avessi avuto una bimba, lei condividesse la mia stessa passione.
Così se è vero che le passioni non possono essere imposte, è altrettanto vero che si possono “agevolare”.
E così la mia piccola, fin da quando aveva poco meno di un anno, ha guardato il Lago dei cigni, impazzendo letteralmente per il cigno bianco, la “bia banca”, la ballerina bianca nel linguaggio incomprensibile di una creatura che inizia a dire qualche parola, e i quattro cignetti.
Non ha preso da me in questo perché a me piaceva molto di più il cigno nero.
Balla, salta, imita le ballerine classiche su qualsiasi musica, gira per casa cercando di rimanere in equilibrio su un piedino nel tentativo, molto spesso riuscito, di imitare le ballerine immortalate nelle copertine dei nostri DVD, costringe suo padre e suo nonno a fare i ballerini e a sollevarla mentre lei con le gambe disegna nell’aria figure di ogni tipo.
Il tutto con le punte rigorosamente tirate, degne di una grande etoile.
Non avrà di certo il collo del piede della Abbagnato, ma per avere 3 anni e mezzo la vedo ben determinata, soprattutto per il fatto che non ha mai preso alcuna lezione di danza.

Non ero una diretta concorrente di Carla Fracci io, non lo sarà di certo lei dell’Abbagnato.
Da qualche giorno è arrivato il momento ed io non so se essere felice o meno.
Ho sperato che arrivasse, ho sperato con tutta me stessa che le piacesse e che me lo chiedesse.
Ma è arrivato troppo presto.
Mia figlia, 3 anni e mezzo, vuole andare a lezione di danza classica.
Lei non si chiama Cecilia si chiama “Principessa fucsia con i brillantini ballerina sulle punte”.
Bello, corto, sintetico, molto diffuso e direi parecchio inflazionato.
Da grande lei farà la ballerina.
Anzi la “ballerina col tutù bianco con i brillantini, lo chignon e la coroncina in testa”.
E adesso lei ha deciso che andrà a danza.
Però a me, che le ho propinato balletti classici di ogni genere, che al posto dei Teletubbies le facevo vedere DVD del corpo di ballo del Mariinsky, che alla sua prima Santa Lucia le ho fatto trovare un tutù bianco da cignetto, ecco a me lei sembra ancora troppo piccola, 3 anni e mezzo sono pochi, sono ancora troppo pochi.
Però me la sono immaginata a ballare in quella sala dove io, tanti anni fa, per tanti anni ho faticato, ho sudato, ho ballato e sono arrivata al diploma e sì per un attimo stavo cedendo al più classico dei sentimentalismi ed ero quasi convinta di portarla dalla mia Maestra di danza.
Arriverà anche per lei il momento giusto, arriverà anche per lei l’età giusta, ed io sarò lì pronta con tutù e scarpette da punta in mano, sperando che non inverta la rotta e mi spiazzi con un bel “mamma voglio andare a karate”.
E allora lì sì che piangerò, mi dispererò, verserò fiumi di lacrime amare, cederò e la porterò a karate, vestita, però, con un tutù bianco.

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